lunedì 27 settembre 2010

5 MAGGIO : parafrasi


Ei fu. Siccome immobile,

dato il mortal sospiro,

stette la spoglia immemore

orba di tanto spiro,


così percossa, attonita

la terra al nunzio sta,

muta pensando all'ultima

ora dell'uom fatale;

né sa quando una simile


orma di pie' mortale

la sua cruenta polvere

a calpestar verrà.

Lui folgorante in solio

vide il mio genio e tacque;


quando, con vece assidua,

cadde, risorse e giacque,

di mille voci al sònito

mista la sua non ha:

vergin di servo encomio


e di codardo oltraggio,

sorge or commosso al sùbito

sparir di tanto raggio;

e scioglie all'urna un cantico

che forse non morrà.


Dall'Alpi alle Piramidi,

dal Manzanarre al Reno,

di quel securo il fulmine

tenea dietro al baleno;

scoppiò da Scilla al Tanai,


dall'uno all'altro mar.

Fu vera gloria? Ai posteri

l'ardua sentenza: nui

chiniam la fronte al Massimo

Fattor, che volle in lui


del creator suo spirito

più vasta orma stampar.

La procellosa e trepida

gioia d'un gran disegno,

l'ansia d'un cor che indocile


serve, pensando al regno;

e il giunge, e tiene un premio

ch'era follia sperar;

tutto ei provò: la gloria

maggior dopo il periglio,


la fuga e la vittoria,

la reggia e il tristo esiglio;

due volte nella polvere,

due volte sull'altar.

Ei si nomò: due secoli,


l'un contro l'altro armato,

sommessi a lui si volsero,

come aspettando il fato;

ei fe' silenzio, ed arbitro

s'assise in mezzo a lor.


E sparve, e i dì nell'ozio

chiuse in sì breve sponda,

segno d'immensa invidia

e di pietà profonda,

d'inestinguibil odio


e d'indomato amor.

Come sul capo al naufrago

l'onda s'avvolve e pesa,

l'onda su cui del misero,

alta pur dianzi e tesa,


scorrea la vista a scernere

prode remote invan;

tal su quell'alma il cumulo

delle memorie scese.

Oh quante volte ai posteri


narrar se stesso imprese,

e sull'eterne pagine

cadde la stanca man!

Oh quante volte, al tacito

morir d'un giorno inerte,


chinati i rai fulminei,

le braccia al sen conserte,

stette, e dei dì che furono

l'assalse il sovvenir!

E ripensò le mobili


tende, e i percossi valli,

e il lampo de' manipoli,

e l'onda dei cavalli,

e il concitato imperio

e il celere ubbidir.


Ahi! forse a tanto strazio

cadde lo spirto anelo,

e disperò; ma valida

venne una man dal cielo,

e in più spirabil aere


pietosa il trasportò;

e l'avvïò, pei floridi

sentier della speranza,

ai campi eterni, al premio

che i desideri avanza,


dov'è silenzio e tenebre

la gloria che passò.

Bella Immortal! benefica

Fede ai trïonfi avvezza!

Scrivi ancor questo, allegrati;


ché più superba altezza

al disonor del Gòlgota

giammai non si chinò.

Tu dalle stanche ceneri

sperdi ogni ria parola:


il Dio che atterra e suscita,

che affanna e che consola,

sulla deserta coltrice

accanto a lui posò.


PARAFRASI



Napoleone è morto. Come il suo corpo rimase immobile dopo aver esalato l'ultimo respiro, così immobile rimase il mondo, colpito, stordito dall'annunzio,

ammutolito, pensando all'ultima ora dell'uomo del destino; nè sa quando il passo di un uomo altrettanto grande tornerà a percorrere le stesse orme macchiate di sangue.

Il mio ingegno poetico lo vide solitario vincitore ed in auge, e tacque e così continuò anche quando, con alterne fortune cadde, si risollevò e fu definitivamente sconfitto, non unendo la sua voce a quella di tanti altri poeti:

si innalza ora commossa, non contaminata di elogi servili e di vili insulti, all'improvvisa morte di una figura simile; e dedica alla tomba un canto che forse resterà eterno.

Dall'Italia all'Egitto, dalla Spagna alla Germania le azioni fulminee di quell'uomo senza esitazioni seguivano immediatamente il suo improvviso apparire; agì impetuoso dall'estrema punta dell'Italia fino al Don, dal Mediterraneo all'Atlantico.

Fu vera gloria? Lasciamo ai posteri la difficile sentenza: noi ci inchiniamo umilmente al Sommo Creatore che volle imprimere su di lui un sigillo più forte della sua potenza creatrice.

Egli sperimentò tutto: la tempestosa e trepida gloria di un grandissimo disegno, l'insofferenza di un animo ribelle che deve obbedire ma pensa al potere e poi lo raggiunge e ottiene un premio che sarebbe stato una follia sperare;

provò la gloria tanto più grande dopo il pericolo, la fuga e la vittoria, il potere e l'esilio umiliante; due volte sconfitto, due volte vincitore.

Egli si diede il nome: due epoche storiche tra loro opposte guardarono a lui rispettosamente come aspettando il destino; egli fece silenzio e si sedette tra loro come arbitro.

Nonostante tanta grandezza, improvvisamente scomparve e finì la sua vita in ozio, prigioniero in una piccola isola, bersaglio di immensa invidia e di rispetto profondo, di grande odio e di grande amore.

Come sulla testa del naufrago incombe e grava l'onda su cui poco prima lo sguardo del misero scorreva alto e proteso invano ad avvistare lontani approdi,

così sull'anima di Napoleone scese il peso dei ricordi. Oh, quante volte ha iniziato a scrivere le sue memorie! E quante volte su quelle pagine cadde la sua stanca mano!

Quante volte al tramonto stette con gli occhi bassi e le braccia conserte e lo assalì la malinconia e il ricordo del passato!

E ripensò agli accampamenti militari continuamente spostati, alle trincee, lo scintillare delle armi e l'avanzare della cavalleria, e agli ordini concitati e alla loro rapida esecuzione.

Ah, forse a tanto dolore cadde il suo spirito e si disperò, ma valido venne l'aiuto di Dio, che lo trasportò pietoso in una realtà più serena;

e lo guidò per i floridi sentieri delle speranze verso i campi eterni, lo guidò verso la beatitudine eterna, che supera qualunque desiderio umano, lo guidò verso quel luogo dove la gloria terrena non vale nulla.

Bella, immortale, benefica fede, abituata alle vittorie! Annovera anche questo tuo trionfo, rallegrati; perché nessuna personalità più grande si è mai chinata davanti alla croce di Cristo.

Tu, o fede, allontana dalle stanche spoglie di quest'uomo ogni parola malvagia: il Dio che può tutto, che ci dà i dolori e ci consola si è posato accanto a lui, per consolarlo nel momento della sua morte.

FONTI PARAFRASI:

http://ilmanzoni.interfree.it/parafrasi/manzoni_parafrasi_il_cinque_maggio.html

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