venerdì 8 marzo 2013

PAROLE IN DISUSO

A
abbacinare [ab-ba-ci-nà-re], v. trans.
-accecare
-fig. ingannare 

albanacco [al-ba-nac-co] almanacco
- calendario
alea [à-le-a] sost. femm.
- rischio
- caso, sorte

algido [àl-gi-do] agg.
Freddo, glaciale, gelido.
alterco [al-tèr-co] s.m. (pl. -chi)
Violento scontro verbale
ananasso [a-na-nas-so] sost., s.
L’Ananas, chiamato in italiano anche Ananasso, è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae.
ancillare [an-cil-là-re] agg.
che è in relazione al terime ancella, inteso nel senso di serva, domestica
(ling.) che è di supporto, propedeutico, serve, aiuta ad es. l’apprendimento di qualcosa
astrùso [a-strù-so], agg.
che è difficile a capirsi e complicato
atavico agg. [a-tà-vi-co]
- Che deriva dai più lontani progenitori: istinti atavici
auspicare [au-spi-cà-re] v.tr e intr.
prender gli auspici, augurare; desiderare vivamente
C
culaccino [cu-lac-cì-no]
Sostantivo
culaccino m (pl: culaccini)
1. le estremità del salame, della salsiccia o del pane
2. fondo di bicchiere
3. traccia lasciata da un secchio bagnato o da un recipiente simile nel punto in cui è stato appoggiato

diminutivo di culaccio

D
dicotomia [di-co-to-mia] s.f.
divisione in due parti
disamina [ di-sà-mi-na] sostantivo femminile.
Esame attento e preciso
duttile [dùt-ti-le] agg
1 Con riferimento a metallo, che può essere facilmente ridotto in lamine o fili sottili senza rompersi (p.e. l’oro, l’argento, il rame ecc.)
2 lett. Flessuoso, agile
3 fig. Che si modifica a seconda delle necessità e delle circostanze



E
eristico [e-rìs-ti-co] agg.
contenzioso, polemico, ingannevole.
(deriva dalla generazione del sofismo, ossia l’”eristica”, l’uso della parola come mero strumento di confutazione indipendente dal valore degli argomenti, dal loro contenuto di verità.)

F
facondia [fa-còn-dia] s.f.
-Facilità di parola, scioltezza ed eleganza d’espressione
favellare [fa-vel-là-re] v.intr. (aus. avere; favèllo ecc.) [sogg-v] lett.
• Parlare; raccontare, narrare


I
ignavo [i-gnà-vo] agg., s.
agg.: che è indolente, privo di virtù, di forza morale
s.m.: (f. -va) Nel sign. dell’agg.

imbolsire [im-bol-sì-re] v.
detto di un cavallo, diventare bolso;
in senso figurato, di persona, ingrassare in modo malsano

Inanità [i-na-ni-tà] sost. fem.
- inutilità, vacuità
invacchire [in-vac-chì-re] v.
andare in vacca, cioè a male
dei bachi da seta che si gonfiano e ingialliscono per poi morire



M
misoneista [mi-so-ne-ì-sta] agg. e s.
di persona assolutamente contraria ad ogni innovazione, cambiamento o novità


O
opimo [o-pì-mo], agg.
- lett. Grasso, pingue
- generic. Copioso, abbondante

orpello [or-pèl-lo] sost., m.
- ornamento inutile ed eccessivo
- propriamente: similoro, lamine adoperate come ornamento



P
Panzana [pan-zà-na] s.f.
Fandonia, frottola, bugia: tutte panzane!; dire, raccontare panzane
Pleonastico [ple-o-nà-sti-co], agg.
-superfluo, ridondante
Pletorico [ple-tò-ri-co] agg.
-fig. più numeroso del necessario, eccessivo
Preconizzare [pre-co-niz-zà-re] v. trans.
- annunciare solennemente
- predire, profetizzare

procrastinare [pro-cra-sti-nà-re] v.
rimandare a domani, temporeggiare, differire
probo [prò-bo] agg.
-onesto
prodromo [prò-dro-mo] s.m.
Segno, indizio, circostanza che preannuncia qualcosa, generalmente sfavorevole.
es. i prodromi di una malattia, di una crisi economica



Q
quietanza [qui-e-tàn-za]
o quetanza, ant. quitànza
s.f.
Documento rilasciato dal creditore al debitore in cui si dichiara di avere riscosso la somma dovuta: chiedere, rilasciare la q.
‖ Dichiarazione di avvenuto pagamento: firmare per q.
La quietanza deve essere rilasciata in forma scritta: atto pubblico o scrittura privata. Altrimenti sarebbe frustrata la finalità certificativa della stessa. La dottrina ritiene sia sufficiente la provenienza della quietanza dal creditore, anche se non firmata dallo stesso.



S
sacripante [sa-cri-pàn-te] sost., m.
-uomo grande e grosso
-briccone

sciamannato [scia-man-nà-to] agg.
-sciatto, disordinato
Segaligno [se-ga-lì-gno] agg.
-magro e asciutto, e per questo robusto e sano
soccida [ sòc-ci-da ] Sostantivo
soccida f (pl: soccide)
1. contratto agrario di tipo associativo relativo all’allevamento del bestiame. A seconda del tipo di soccida, il socio soccidante concede bestiame al soccidario che presta l’opera; costui a titolo di pagamento condividerà gli utili delle attività connesse.

2. accomandita di bestiame
* soccida semplice: il soccidante fornisce il bestiame e il soccidario si occupa del suo allevamento. Il soccidante è direttore d’impresa
* soccida parziaria: entrambe le parti forniscono bestiame, ma il soccidario si occuperà anche dell’allevamento. Il soccidante è direttore d’impresa se fornisce una certa quota di bestiame
* soccida con conferimento di pascolo: il soccidante fornisce il pascolo e il soccidario il bestiame. Il soccidario è direttore d’impresa.
anticamente soccita, deriva dal latino societas

solipsista [ so-li-psi-sta ] sostantivo, maschile e femminile.
Chi aderisce alla filosofia del solipsismo e, per estensione, chi dimostra atteggiamenti di egocentrismo e soggettivismo estremi
stolido [ stò-li-do ] aggettivo.
Di chi dimostra scarsa intelligenza o prontezza.
stoltiloquio [stol-tì-lo-qui-o]
discorso vano, insensato, proprio di uno stolto
subitaneo [ su-bi-tà-neo ] aggettivo.
Improvviso, immediato, repentino, inatteso.


T
tignoso [ti-gnó-so] agg., s.
• agg.
1 med. Che ha la tigna
2 fig. region. Di persona, avaro, spilorcio; pignolo
3 fig. region. Caparbio, cocciuto

V
veruno [ve-rù-no] agg., pron. infefinito
qualcuno, alcuno
vetusto [ve-tù-sto] agg. lett.
1 Molto antico, e perciò degno di venerazione: edifici v.; memorie v.
2 Riferito a persona, molto vecchio


fonti: http://paroledesuete.wordpress.com/parole-desuete-in-ordine-alfabetico/

SE QUALCUNO HA ALTRE PAROLE IN DISUSO DA AGGIUNGERE COMMENTI PURE!!! 

venerdì 29 giugno 2012

INTEGRAZIONE

INTEGRALI PER PARTI

 

INTEGRAZIONE PER SOSTITUZIONE

formula di integrazione per sostituzione 


 INTEGRALI INDEFINITI FONDAMENTALI

formula
formula
formula
formula
formula
formula
formula
formula
formula
formula
formula
formula




formula

FONTI:http://www.math.it/formulario/integrali.htm

Matematica: alcuni teoremi per la preparazione dell'esame universitario di matematica della facoltà di economia


PREMESSA
INTORNO
Un intorno di un punto x è intuitivamente un insieme di punti "vicini" al punto x. Ogni intorno individua un insieme differente di vicini. Spesso per tradurre in linguaggio matematico l'idea che una proprietà debba essere verificata per punti che sono arbitrariamente vicini a x si dice che vale "per ogni intorno di x".
Es. Ir(x) = (x-r, x+r)
PUNTO INTERNO
Dato A ⊂ R, diciamo che x ε R è un PUNTO INTERNO di A se esiste un intorno I(x) che contiene solo punti di A.
PUNTO ESTERNO
Diciamo che x ε R è un PUNTO ESTERNO di A se esiste un intorno I(x) che non contiene nessun punto di A.
PUNTO DI FRONTIERA
Diciamo che x ε R è PUNTO DI FRONTIERA di A se ogni intorno I(x) contiene sia punti di A che punti non in A.
PUNTI DI ACCUMULAZIONE
I PUNTI DI ACCUMULAZIONE sono quelli interni a quelli di frontiera che non necessariamente appartengono all’insieme A.

TEOREMA BOLZANO-WEIERSTRASS
Un insieme A ⊂ R infinito ( = infiniti punti) e limitato, ha almeno un punto di accumulazione.
CONTINUITA’
DEFINIZIONE: sia f: A ⊂ R à R una funzione, x0 un punto di accumulazione di A, con x0 ε A. Dire che f è continua nel punto x0, se il limite di f in x0 esiste finito e coincide con il valore f(x0).
Lim    f(x)=f(x0)
x-->x0
Al contrario la funzione è discontinua se:
1)    Il limite non esiste o è finito;
2)    Il limite esiste finito ma non coincide con f(x0)
TEOREMA: Sia f: A ⊂ R à R una funzione elementare e x0 punto di accumulazione di A, con x0 ε A. Allora f e continua in x0. In altre parole tutte le funzioni elementari sono continue nel proprio dominio.

TEOREMA DI WEIERSTRASS [MASSIMI E MINIMI]
Sia f:A = [a, b] una funzione continua sull’intervallo chiuso e limitato A = [a, b]. Allora esistono due punti x1, x2 ε A = [a, b] ( non necessariamente uniti) tali che:

f(x1) ≤ f(x) ≤ f(x2)       per ogni x=1

in altre parole la funzione f assume un minimo assoluto o globale minf(x1) nel punto x!, e un massimo assoluto o globale maxf(x2)nel punto x2.

Le conclusioni del teorema non sono valide se la funzione f non è continua o se il dominio non è chiuso e limitato.

DERIVABILITA’
lim                          f(x0 + h) - f(x0)
h-->0                                 h

RETTA TANGENTE E RETTA SECCANTE
Sia f: A ⊂ R à R una funzione derivabile a x0 ε A punto interno.
Consideriamo due punti P (x0, f(x0) e Q (x0 + h, f(x0 + h). La retta tangente al grafico di f in P ha coefficiente angolare tanα e la retta seccante tanβ al grafico di f in Q.
Dove:
tanβ=  f(x0 + h) - f(x0)
h

tanα = lim tanβ =      lim tanβ=                f(x0 + h) - f(x0)
 h-->0               h-->0                                h

formula retta tangenta

y= f(x0) + fI(x0) * (x – x0)

formula retta seccante

y= f(x0) +         f(x0 + h) - f(x0) * (x – x0)
           h
TEOREMA DI ROLLE
In analisi matematica il teorema di Rolle afferma che se una funzione è continua in un intervallo chiuso Descrizione: [a,b]\quad, derivabile in ogni punto dell'intervallo aperto Descrizione: (a,b)\quade assume valori uguali Descrizione: f(a)=f(b)\quad, esiste almeno un punto interno ad Descrizione: (a,b)\quadla cui derivata si annulla, cioè Descrizione: f'(c)=0\quad(Punto critico o stazionario).

Descrizione: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/99/Rolle%27s_theorem.svg/300px-Rolle%27s_theorem.svg.png
Descrizione: http://bits.wikimedia.org/skins-1.18/common/images/magnify-clip.png
Teorema di Rolle: Se f(x) è continua in [a,b], derivabile in ]a,b[ e f(a) = f(b), allora esiste, in questo caso, c appartenente ad ]a,b[ tale che f'(c) = 0.

TEOREMA DI TAYLOR
FORMULA DI TAYLOR
DEFINIZIONE Data una funzione f: A⊂R à R derivabile sul dominio A all’ordine n, definiamo il polinomio di taylor di ordine n centrando nel punto interno come x0:
n
 

 
K=1
 
pn(x0) = f(x0) +  Σ      f (K)(x0) (x – x0)K
                              _____________
                                         K!

                       
ordine 1          p1x =f(x0) + fI(x0) * (x – x0)


ordine 2          p2x =f(x0) + fI(x0) * (x – x0) + fII(x0) * (x – x0)2
   _____
       2

TEOREMA DI TAYLOR
Sia f: AR à R derivabile fino all’ordine n +1 sul dominio A e x0 ε A punto interno possiamo scrivere:
f(x) =pn(x) + En(x)                 dove En sta per errore

e l’errore è dato da:

En(x) = f(n+1)(t) * (x – x0)n+1
              ---------
                  n+1

TEOREMA DI LAGRANGE
Sia f:A = [a;b] à R una funzione continua nell’intervallo aperto (a;b). Allora esiste un punto intermedio c ε (a;b) tale che:

            fIc = f(b) – f(a)
b – a

Il coefficiente angolare della retta che passa per (a; f(a) e (b; f(b) è

tanβ = fIc =       f(b) – f(a)
       b – a

TEOREMA DI COUCHY
Siano f , g : A= [a;b] à R due funzioni continue in [a;b] e derivabili in (a;b)
Supponiamo che gI(x) 0        per ogni x ε [a;b]
Allora esiste un punto c ε(a;b) tale che:

fIc        =          f(b) – f(a)
gIc                   g(b) – g(a)


TEOREMA 
MODELLI DI LEONTEV

MODELLO APERTO
La quantita prodotta xi viene in parte impiegata come input nei settori produttivi

la formula finale è :

(I - A)x = c
           -     -

MODELLO CHIUSO
Tutte le quantità prodotte vengono rimpiegate nei vari settori prodotto

la formula finale è :

(A - I) x = 0
            -

domenica 27 maggio 2012

IL PROBLEMA ECONOMICO PER LA SOCIETA'


La trasformazione delle risorse disponibili al fine di soddisfare i bisogni umani rappresenta il problema economico per la società.

Questa definizione permette di mettere in luce alcuni punti:

1)      Il fatto che gli esseri umani vivono in società rappresenta un problema economico. La teoria economica standard è basata sullo studio del comportamento individuale il quale rappresenta un mezzo per comprendere come la società risolve il problema economico;
2)      Ambiente naturale e sociale: l’ambiente sociale, come quello naturale, è composto da risorse (umane) disponibili, impone dei vincoli di soddisfacimento dei bisogni individuali e può essere trasformato da interventi economici;





Quindi possiamo dire che:

Si parla di problema economico per la società quando la trasformazione delle risorse disponibili, allo scopo di soddisfare bisogni, richiede di risolvere problemi di scelta.


Lo studio dell’economia implica quindi l’individuazione e l’analisi delle scelte che gli individui che compongono una società si trovano a fronteggiare, e delle modalità con le quali tali scelte vengono compiute. È possibile quindi rappresentare sinteticamente gli elementi importanti delle scelte economiche che la società deve affrontare nel proprio complesso attraverso la predisposizione di una MATRICE, nelle cui righe vengono riportate le varie tipologie di trasformazione delle risorse, mentre nelle colonne troviamo le modalità delle scelte economiche.

Modalità delle scelte economiche

qualità
(che cosa)
quantità
(quanto)
tecnologia
(come)
tempo
(quando)
località
(dove)
Produzione





Consumo





Scambio






In che cosa consistono le varie tipologie di trasformazione?

·         PRODUZIONE:
-          La produzione trasforma le risorse naturali non utilizzabili in beni   utilizzabili dagli  esseri umani;
-          Inoltre la produzione modifica l’ambiente naturale attraverso l’installazione dei mezzi fisici necessari e l’uso indiretto di altre risorse ambientali (ad es. aria, acqua, ecc.).

Quindi ogni decisione produttiva richiede la soluzione del problema di cosa produrre, come, dove e quanto.

·         CONSUMO:
-          Il consumo è l’atto conclusivo del ciclo di utilizzo delle risorse disponibili;
-          Il concetto di consumo e strettamente legato a quello di produzione poiché:
o   La produzione dei beni deve essere appropriata al fabbisogno della popolazione;
o   La produzione deve essere in grado di mantenere nel tempo il consumo desiderato.

Anche il consumo deve risolvere i problemi di scelta: dove consumare, quanto, cosa ecc.

·         SCAMBIO: Lo scambio di risorse tra individui è il modo con cui ciascun soggetto può modificare le risorse a propria disposizione se queste non sono soddisfacenti rispetto ai bisogni;

Quindi lo scambio è una manifestazione del fatto che ciascun inividuo può interagire economicamente sia con l’ambiete naturale che con quello umano.