lunedì 27 settembre 2010

SIDDARTA

Siddharta

Dati essenziali sull’opera:

Titolo: Siddharta

Autore: Hermann Hesse

Genere: Romanzo

Sottogenere: Romanzo storico

Anno di pubblicazione: 1922

Casa editrice: Adelphi

Anno di stampa: 2007

L’ autore:

Hermann Hesse nacque a Calw, in Germania nel 1877, onorato nel 1946 col premio Nobel per la letteratura. Le sue opere, concentrate su personaggi alla ricerca di se stessi, hanno affascinato generazioni di lettori. Abbandonati gli studi in seminario, proseguì la sua formazione da autodidatta: nelle trame dei primi due romanzi Peter Camenzind (1904) e Sotto la ruota (1906) Hesse riesce a trasmettere il suo spirito ribelle e polemico. Durante la prima guerra mondiale, lasciò la Germania e si trasferì in Svizzera, dove morì nel 1962. La sua narrativa, influenzata dalle teorie di Carl Gustav Jung (noto psichiatra dell’ epoca), si volse alla ricerca di nuovi valori poiché quelli tradizionali non gli sembravano più validi: Siddharta (1922), riflette l'interesse dell’autore per il misticismo orientale; Nel Lupo della steppa (1927), la duplice natura interiore del protagonista è simbolo del conflitto fra personalità ribelle e regole borghesi, tema ripreso in seguito con Narciso e Boccadoro (1930). Nell'ultimo romanzo, Il gioco delle perle di vetro (1943), ambientato in un utopico futuro, Hesse invece riprese i temi e i motivi delle opere precedenti, elaborandoli in una trama più complessa con molti più riferimenti culturali.

La trama:

Questa storia narra di Siddharta, figlio di un Bramino, che fin da piccolo viene educato col rispetto delle tradizioni di cui il padre è custode. Siddharta cresce come un ragazzo molto saggio e virtuoso, è l’orgoglio dei genitori e il punto di riferimento dei suoi coetanei, egli però non è soddisfatto della sua posizione, capisce che c’è qualcosa di più importante al mondo che diventare bramino e per questo ,insieme dall’inseparabile amico Govinda, lascia la casa del padre e decide di recarsi presso i monaci che vivono nella foresta, i Samana, per diventare uno di loro e apprendere tutto ciò che gli possono insegnare. I Samana insegnano ai due amici l’arte del digiuno e della meditazione e dopo tre anni Siddharta ha già appreso tutto ciò che anche il più saggio dei Samana può insegnargli.

Un giorno durante la meditazione Govinda e Siddharta decidono di recarsi ad ascoltare la dottrina di un certo Gotama, il quale sembra aver raggiunto l’illuminazione. Arrivati a destinazione, i due assistono ad un discorso dell’Illuminato da cui Govinda viene completamente rapito e, con una mano sul cuore, decide di abbandonare l’amico Samana per aggregarsi ai monaci dediti alla dottrina dell’Buddha. Siddharta non si oppone alla decisione dell’amico, e dopo una discussione molto profonda con Gotama, capisce che fino a quel momento era stato uno stupido e aveva solo perso tempo cercando una religione che gli desse le risposte alle domande che si poneva, poiché queste risposte si trovavano solo all’interno di sé stesso, nel suo Io. Da questo presupposto il giovine ricomincia il suo viaggio da solo e si fa traghettare dall’altra parte di un fiume per arrivare ad una città non molto distante da quest’ultimo, qui incontra una splendida donna trasportata su una lettiga. Viene a sapere che si tratta di Kamala, una ricca cortigiana di cui si infatua immediatamente. Gli incontri con Kamala però costano parecchio e per questo la cortigiana trova un lavoro all’ex Samana presso un ricco e potente mercante di nome Kamaswami. La vita di Siddharta sembra trascorrere felice e soddisfacente, egli guadagna molto come mercante e quindi può pagarsi gli incontri con Kamala. Ormai verso i cinquant’anni, però si accorge di aver perso le capacità che aveva appreso durante la sua giovinezza: pensare, aspettare e digiunare e di essere diventato uno di quegli uomini-bambini che tanto prendeva in giro con Kamala. Quello stesso giorno va nella foresta per farla finita gettandosi nel fiume, ma ad un certo punto sente l’Om dentro di lui che lo fa rinsavire mentalmente, ma ormai è tardi e Siddharta sviene. Al suo risveglio si trova davanti un monaco coi capelli rasati ed una tonaca gialla all’incirca della sua età, che viene identificato subito come il suo vecchio amico Govinda, il quale l’aveva salvato dalle acque e aveva vegliato su di lui durante il suo sonno. Dopo qualche incertezza anche Govinda riconosce il vecchio compagno, e dopo qualche convenevole i due si dividono nuovamente. Salutato l’amico d’infanzia il nostro ex Samana comincia a camminare lungo la riva del fiume, sino a che non incontra il barcaiolo che molti anni prima lo trasportò da una riva all’altra, Vasudeva. Siddharta chiede al barcaiolo che lo prenda con sé per insegnargli il mestiere e quest’ ultimo lo accetta come apprendista. Si scopre che Vasudeva non è un semplice barcaiolo, egli infatti è una persona di poche parole ma dai pensieri molto profondi, riesce ad ascoltare quello che gli dice il fiume e insegna a farlo pure a Siddharta.

Un giorno mentre stava in barca Siddharta notò un bambino sulla riva che piangeva vicino ad una donna, il barcaiolo avvicinatosi alla sponda per vedere cosa era successo riconobbe in quella donna, la sua dolce Kamala e arrivò alla conclusione che quel bambino era suo figlio. Kamala era stata morsa da un serpente mentre era in viaggio con suo figlio per andare a far visita al Buddha morente, di cui era diventata una seguace. Arrivati alla capanna di Vasudeva, dopo una attenta analisi della ferita, quest’ ultimo dice all’ amico che la sua amata non supererà la notte; a questo punto c’è una scena molto commovente in cui Siddharta dice addio a quello che è l’amore della sua vita e decide di prendersi cura di suo figlio. Il piccolo però non è un bambino diligente come lo era il padre alla sua età, egli infatti è viziato e non ha voglia di fare niente, scappa ripetutamente, anche se viene ripreso ogni volta. Siddharta è disperato, non sa cosa fare, per fortuna interviene Vasudeva con la sua saggezza, e gli consiglia di lasciar tornare in città il figlio per farlo crescere insieme ai suoi simili, gli uomini bambini. Siddharta a malincuore lascia andare il figlio, solo adesso comprende il dolore che aveva causato a sua volta molti anni prima al padre bramino. Qualche anno più tardi, Vasudeva comunica all’amico che gli ha insegnato tutto quello poteva e che per lui era giunta l’ora di andare, dette queste parole scomparve nella foresta.

Un giorno Siddharta, ormai vecchio, incontra per la seconda volta l’amico monaco Govinda, questi ancora una volta non lo riconosce subito, solo dopo aver parlato un po’con il barcaiolo capisce che dietro di lui si nasconde il suo vecchio amico. Siddharta, ormai smascherato, invita Govinda nella sua capanna per rifocillarsi; i due amici cominciano a discorrere della proprie vite, ad un certo punto Siddharta comincia un lungo monologo in cui spiega a Govinda tutto ciò che aveva imparato alla fine della sua intensa vita, il monaco resta stupefatto da ciò che l’uomo che gli stava dinanzi gli aveva trasmesso e si inchina davanti all’amico, poiché aveva capito che anche Siddharta come il suo devoto Gotama aveva raggiunto ciò che era destinato a raggiungere fin dalla nascita,l’illuminazione.

I personaggi:

* Siddharta: è il protagonista assoluto della vicenda, egli è un virtuoso ragazzo figlio di un bramino che fin da giovane si pone continuamente domande molto profonde sulla sua esistenza; solo dopo aver provato molte esperienze di vita e dopo aver appreso da vari “maestri” tutto quello che gli potevano insegnare riesce a dare le risposte a queste domande. Questo personaggio ha un qualcosa di mistico che lo avvolge sin dalle prime pagine, ci viene detto esplicitamente solo alla fine, durante il suo ultimo incontro con Govinda, che è diventato un Illuminato ma secondo me tutti dall’inizio del libro sapevano che Siddharta sarebbe diventato un essere superiore agli altri dal punto di vista mentale. Fanno risaltare la difficoltà di raggiungere questo stato mentale, i continui cambiamenti della personalità del protagonista, infatti è solo alla fine di un lungo percorso che Siddharta raggiunge la metà da lui tanto bramata.

* Govinda: è il miglior amico di Siddharta e lo accompagna in tutte le sue decisioni seguendolo sempre come un ombra; ad un certo punto però Govinda a malincuore è costretto a lasciare Siddharta poiché l’ amico non vuole unirsi con lui ai seguaci di Gotama. Questo passo è importante poiché è dopo aver visto e udito il Buddha, Govinda abbandona l’amico e Siddharta si rende conto di come abbia sprecato la sua vita fino a quel momento; è stato alla vista di quel uomo perfetto che il giovane decide di non seguire più alcun tipo di religione ma cerca di comprendere meglio se stesso e imparare dal suo Io. Inizialmente Govinda ci appare come un personaggio quasi invisibile, infatti lo vediamo come l’adulatore di Siddharta, non ha né carattere né pensieri propri; solamente quando si distacca da Siddharta vediamo una sua presa di posizione. Da questo momento, il personaggio cambia completamente forma, infatti, quando i due amici si rincontrano, Govinda appare come una persona molto pia a Gotama ma con mentalità molto chiusa quasi ottusa anche se ammette la sacralità delle parole di Siddharta.

* Gotama: è il primo dei veri maestri di Siddharta (insieme a Kamala, Kamaswami e Vasudeva), la sua è una figura mistica quasi irreale, appare di persona una volta sola anche il suo nome viene ripetuto spesso. Questo personaggio non è molto descritto nella storia, sappiamo solo che è un Illuminato e che di fronte a lui tutti i personaggi sembrano inferiori, perfino lo stesso Siddharta sembra un gradino sotto di lui.

* Kamala: è la donna che insegna a Siddharta l’arte dell’amore. È una donna bellissima e grazie al suo lavoro è anche molto ricca; a differenza delle altre persone che Siddharta conosce, in quel periodo della sua vita, sembra essere l’unica di cui lui si possa fidare e confidare. Kamala ha anche un figlio da Siddharta, ma è costretta a crescerlo da sola. Personalmente noto delle somiglianze tra il comportamento di Kamala e quello di Govinda: entrambi vengono colpiti dalla forte personalità di Siddharta ed entrambi dopo averlo perduto si dedicano al culto della dottrina di Gotama, quasi a cercare di colmare il vuoto lasciato da Siddharta con la rassicurante figura del Buddha.

* Kamaswami: è un potente mercante che insegna l’arte della compravendita a Siddharta, e gli spiega che in affari bisogna essere spietati. È un uomo a cui piace sottomettere i deboli, ma che stima chi sa tenergli testa. È stato a causa della sua dottrina che Siddharta dimentica ciò che aveva imparato dai Samana e diventa un uomo bambino.

* Vasudeva: è un barcaiolo, incontra Siddharta per la prima volta quando è ancora un Samana, poi lo rincontra dopo che ha tentato di uccidersi, tra tutti i maestri di Siddharta è sicuramente quello che gli ha insegnato le cose più importanti,infatti, grazie ai suoi pensieri profondi aiuta Siddharta ad ascoltare il fiume ed a comprendere quale sia la sua ragione di vita. Questo personaggio sembra molto semplice ma in realtà è circondato dalla stessa aura mistica di Gotama, anch’egli infatti è un Illuminato.

Analisi narrativa:

Titolo:

Incipit: Siddharta giovane intraprendente figlio di un bramino, dopo essersi stufato della vita nel suo piccolo villaggio, decide di lasciare tutto e assieme al suo amico Govinda, si unisce ai Samana, dei monaci che vivono nella foresta. Dopo aver trascorso tre anni presso i Samana Siddharta ha imparato tutto quello che gli possono insegnare, quindi decide di recarsi assieme all’amico Govinda ad ascoltare la dottrina di quello che tutti chiamano l’Illuminato, Gotama. Dopo aver ascoltato i suoi insegnamenti Govinda con grande dolore decide di diventare un seguace dell’Illuminato e lascia Siddharta da solo.

Corpo del racconto: a questo punto Siddharta riflette sulla sua vita e capisce che in tutto questo tempo non ha fatto altro che cercare una dottrina a cui aggrapparsi ed invece avrebbe dovuto cercare dentro se stesso. Per questo decide di andare in città, qui conosce una cortigiana, Kamala, la quale lo convince a lavorare presso un mercante di nome Kamaswami. Siddharta fa carriera diventa socio di Kamaswami, la sua vita scorre tranquilla: guadagna bene e Kamala gli insegna tutto quello che sa sull’amore. Col passare degli anni però Siddharta si dimentica quello che aveva imparato prima di recarsi in città e ormai viziato dal lusso e dalle comodità si trasforma in uno di quei uomini-bambini che lui disgustava tanto; diventato ormai un uomo maturo, si accorge di tale cambiamento e decide di scappare nella foresta, di lasciare tutto per tornare alla vita di prima. A sua insaputa intanto Kamala è rimasta incinta. Arrivato nella foresta Siddharta si avvicina al fiume che aveva attraversato molti anni prima per arrivare in città e ci si butta dentro per suicidarsi, casualmente Govinda è nei paraggi e salva l’amico, ma non lo riconosce, mentre Siddharta quando riprende conoscenza sì, e dopo un po’ di domande gli svela la verità.

Conclusione: A questo punto i due si dividono di nuovo e Siddharta incontra la capanna del barcaiolo che molti anni prima lo traghettò da una sponda all’altra. Vasudeva, questo è il nome del barcaiolo, riconosce Siddharta e dopo una lunga chiacchierata decide di accoglierlo nella sua capanna come propostogli dal protagonista precedentemente. Passano gli anni e Siddharta ha imparato il mestiere ed ha imparato anche ad ascoltare il fiume. Un giorno Kamala e il figlio di Siddharta si recano a far visita a Gotama sul letto di morte, durante il viaggio Kamala viene morsa da un serpente, Siddharta, nelle vicinanze, riconosce l’amata e capisce che quello è suo figlio, quindi li traghetta da Vasudeva che annuncia l’imminente morte della donna. Dopo aver seppellito Kamala Siddharta decide di crescere il figlio da solo, egli però è viziato e capriccioso, per questo Siddharta è costretto a lasciarlo andare in città a vivere coi suoi simili. Dopo poco tempo se ne va anche Vasudeva, che ormai vecchio e stanco si reca nella foresta a morire. Passati alcuni anni dalla scomparsa di Vasudeva, Govinda si fa traghettare da Siddharta, che non è stato riconosciuto nemmeno stavolta, dall’altra parte del fiume, durante l’attraversata però Siddharta svela nuovamente la sua identità all’amico; da questo momento i due cominciano a discorrere e Siddharta comincia un monologo incredibile, alla fine del quale Govinda ammette la sua superiorità proclamandolo un santo, un Illuminato.

Il narratore:

Possiamo dire fin da subito che il narratore è esterno alla vicenda e che la storia viene narrata in maniera oggettiva senza alcun commento personale del narratore, quindi la focalizzazione è quella del giovane Siddharta.

Il tempo:

In questa vicenda il tempo in cui avvengono i fatti non è ben definito, possiamo solo prendere come riferimento temporale la presenza del Buddha, vissuto nel VI secolo a.C.

Lo spazio:

La storia si svolge in India, non si sanno precisamente i nomi dei luoghi, comunque i paesaggi sono sostanzialmente costituiti da foreste e fiumi, uno scenario che rappresenta lo stereotipo che hanno gli occidentali della meditazione, un uomo con braccia e gambe incrociate sotto un gigantesco albero.

by IVANO

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